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martedì 31 dicembre 2013
domenica 22 dicembre 2013
18/51
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sabato 21 dicembre 2013
martedì 17 dicembre 2013
OMOVIES 18-19-20 Dicembre 2014
Il festival, che quest’anno si svolgerà all’Institut français Grenoble di Napoli dal 18 al 20 dicembre, proporrà tra anteprime, film, documentari e cortometraggi una carellata delle opere lgbt più premiate nel 2013 ed avrà come filo conduttore il tema della vecchiaia all’interno del mondo lgbt.
QUI il programma.
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lunedì 16 dicembre 2013
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domenica 15 dicembre 2013
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sabato 14 dicembre 2013
Stanotte a Napoli
venerdì 13 dicembre 2013
Barbie e Ken
"L'orgoglio e i pregiudizi": comunicare senza discriminare omosessuali e transessuali
Pubblicate le linee guida del ministero per le Pari Opportunità rivolte ai giornalisti per informare senza stereotipi
Prendiamo atto. Vedremo nella pratica.
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giovedì 12 dicembre 2013
In Uruguay sì definitivo alla marijuana di Stato
;-)
Qualcosa si muove. L'ONU già tempo fa aveva riconosciuto il fallimento del proibizionismo.
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Intanto in Abruzzo...
Qualcosa si muove. L'ONU già tempo fa aveva riconosciuto il fallimento del proibizionismo.
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Intanto in Abruzzo...
un "uno-due"
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mercoledì 11 dicembre 2013
Nozze gay in Gran Bretagna dal 29 marzo 2014*
Sarà per questo che il Renzi si è spostato dalla legislazione inglese a quella tedesca?? Poi a quale passerà quando i matrimoni egalitari ci saranno anche in Germania??
*Annuncio della signora Maria Miller Segretaria di Stato per la Cultura, i Media e lo Sport e Ministra per le Donne e l’Uguaglianza.
via
.
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lunedì 9 dicembre 2013
sabato 7 dicembre 2013
Le braccia cadono /3
Sempre da Severgnini:
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Diritti delle coppie gay: meglio la politica dei piccoli passi
Cari Italians, vorrei lanciare un appello a tutti coloro che hanno a cuore la causa dei diritti delle coppie omosessuali. Se volete che queste raggiungano in Italia un qualche tipo di riconoscimento e diritto, non parlate più di matrimonio omosessuale né di adozione da parte di coppie gay. Questi sono temi ideologici che portano il discorso lontano dalla concretezza dei bisogni di queste coppie; diritti che dovrebbero regolare i rapporti tra i partner e che ormai sono dati per assodati anche dai più bigotti come l’accesso alle informazioni sanitarie, diritti di successione etc, si allontanano quando si parla di matrimonio e di adozione. Il film “Lincoln” mostra come una grande conquista di civiltà, ossia l’abolizione della schiavitù, sia stata ottenuta con il compromesso. Il più grande sostenitore dei diritti degli schiavi, Thaddeus Stevens, ha dovuto ammettere nel congresso americano che il XIII emendamento equiparava i cittadini neri e bianchi solo davanti alla legge, ma non significava che neri e bianchi fossero uguali. Grazie a questo compromesso, oggi abbiamo Obama Presidente degli Stati Uniti. E’ ovvio che allora i neri avrebbero voluto il diritto di voto, di movimento, di istruzione, di possesso, di pensiero, come i bianchi. Ma se avessero rivendicato da subito questi diritti non avrebbero ottenuto probabilmente nulla. Impariamo dalla storia, applichiamo la politica dei piccoli passi, che in queste questioni è l’unica che porta dei risultati. Parliamo dei diritti e dei doveri che due persone conviventi possono e devono avere all’interno della loro convivenza. Oppure continuiamo a sprecare litri di inchiostro in polemiche che non porteranno da nessuna parte.
Roberto Lagioia, nrlagioia@gmail.com
(*)
Leggermente in ritardo. Discorso che forse aveva un senso 15-20 anni fa, ma ora no.
E' fermo a Lincoln quando ormai si è ben oltre Martin Luther King. 1800s vs 2000s.
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Coppie gay e adozioni: ci perde il bambino
Caro Beppe, Tex e Italians, sostenere che anche le coppie omosessuali debbano poter adottare bambini è frutto di due presupposti discutibili. Da un lato, si riconosce un diritto che nessuna coppia può vantare (neanche quelle eterosessuali), ovvero il diritto ad avere un bambino. Dall’altro, si omette di tutelare il diritto del soggetto più debole che è il bambino abbandonato. Questi ha già le sue difficoltà a costruire la propria identità ed autostima, a causa dell’abbandono che ha subito. Vogliamo farlo crescere dovendo fornire a se stesso prima che a terzi ANCHE una ragione del fatto che – a differenza di altri – ha genitori dello stesso sesso ? Giovanni Paolo II affermo’ con chiarezza che non esiste un diritto “al figlio”, ma casomai esistono i diritti “del figlio”. Da genitore adottivo, posso testimoniare che nonostante tutto l’amore, le certezze e le cure che si possano dare ad un bimbo adottato, la questione della sua ricerca di identità non trova mai risposte ed è un cammino molto doloroso. Rimane per sempre un’ombra nera nell’animo dell’adottato per mancanza di una parte di sé, consistente nella risposta alla domanda: perchè non sono stato voluto? Sono diverso? E’ colpa mia? E che diritto abbiamo di aggiungere a questo fardello anche il dover accettare un’ulteriore e non marginale differenza fra la mia famiglia e quella degli altri? Sbandierare certezze in questo campo non è saggio (bravo, Renzi!); mi rimetterei quindi agli esperti. L’adozione è un istituto molto studiato. Esistono enti (Ciai, Aibi, per citarne alcuni) e persone che dedicano tutta la loro esistenza allo studio dell’adozione. Prima di approvare una legge potenzialmente dirompente, perchè non commissionare o raccogliere studi scientifici riguardo le conseguenze? Va da sé che non esiste un problema di mancanza di coppie: sono molto più numerose dei bambini in stato di adozione. Quindi – di nuovo – dare un bambino anche a coppie dello stesso sesso non è fatto nell’interesse del bambino. Volerlo permettere a tutti i costi sarebbe solo demagogia. Sulla pelle del più debole.
Gian Luigi Borasio, g.borasio@alice.it
(**) ______
10/12/13 uno spifferino d'aria fresca:
Spagna: in classe, il bambino con due papà
Buongiorno Italians, vorrei dire la mia sul tema delle adozioni da parte di genitori dello stesso sesso e in particolare. Secondo me non si può generalizzare e dire che il bambino sicuramente avrà difficoltà a crescere e a far crescere la propria autostima, mi sembra un ingiusto pregiudizio crudele. Nella classe di mio figlio, c’è un bambino che ha due papà. È un ragazzino normalissimo e anche tanto fortunato perché i genitori gli vogliono molto bene, sono sempre attenti e premurosi, partecipano con entusiasmo alle riunioni, alle feste, e da subito si è capito che la loro è proprio una bella famiglia. A scuola Tristán non mostra nessuna difficoltà, né sofferenza, né altri problemi di autostima o chissà che altro che per forza alcuni gli vogliono attribuire. Incredibile notizia, si tratta di un ragazzo proprio come tanti, e di una famiglia come tante. Nella stessa classe ci sono invece bambini di genitori di sesso diverso che non se la passano altrettanto bene e hanno purtroppo difficoltà sotto vari punti di vista. Dimostrazione che avere un padre e una madre non è la soluzione di tutto. I genitori di Tristán sono sposati, perché qui in Spagna è perfettamente normale, ma esistono molte altre coppie omosessuali che hanno figli adottati o da precedenti unioni, che vivono la propria vita serenamente. Perché dover per forza vederci qualcosa di sbagliato e di male? Credo che chi soffre di questo tipo di pregiudizi dovrebbe prima conoscere bene queste famiglie, per poi capire che non c’è niente di strano, e che il problema non sta nelle famiglie di due mamme o due papà, ma nella propria voglia di giudicare chi si allontana dagli schemi che la nostra cultura ci ha imposto. Per fortuna questo sta cambiando.
Tiziana Massa, tizianamassa@yahoo.com
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11/12/13 un altro spifferino:
Questa è la mia storia di Italian
Caro Beppe, sono anche io un Italian. Nasco nel 1982 a Roma da due genitori giornalisti, i quali l’estate non avevano nulla di meglio da fare che caricare i 4 figli su una FIAT 131 e portarli in giro per l’Europa. Per i miei genitori era un modo bello e interessante di fuggire dalla calura romana, io dico sempre che sono stati loro ad inoculare in me il sentirmi stretto il paese in cui sono nato e cresciuto. Faccio liceo e conservatorio a Roma, ma poi inizio a guardare altrove per l’università, e finisco per studiare Lettere Classiche e Filosofia a Oxford (dove ancora le discipline classiche sono onorate e riverite). Mi faccio 4 anni da Italian in UK, ma poi torno in Italia per finire gli studi musicali e vinco un concorso di dottorato in una università romana. Conosco persone davvero eccellenti in ambito accademico (uno fra tutti lo scomparso Paolo Radiciotti), ma mi sconvolge l’enorme importanza di tutta una serie di bizantinismi che finiscono per affossare i dinamismi che possano esserci nell’università italiana. Nel frattempo conosco quello che ora è diventato mio marito, e iniziamo a coltivare insieme l’idea di trasferirci a New York o a San Francisco. Le ragioni sono molteplici, professionali e politiche, ma le sofferenze, soprattutto in prospettiva, non sono poche. Avvicinandoci alla fine dei nostri rispettivi corsi di studio in Italia e preparandoci a trasferirci negli USA, una sera di novembre del 2011 chiedo a Francesco di sposarci. Beh, accetta, entusiasmo da parte di – quasi – tutti i parenti, a giugno del 2012 ci sposiamo a Oslo, prima di arrivare a New York ad agosto. Ora siamo qui, e per alcuni aspetti ci sentiamo anni luce lontani dall’Italia. Io mi sto costruendo – non senza fatica, ma va bene così – una carriera come violinista, e mio marito come fotografo. L’aria che respiriamo, anche come coppia gay, è un’altra. E’ vero che New York non è l’America tutta, ma qui stiamo bene. Non c’è nessuno che metta in dubbio la legittimità della nostra unione (o il fatto che la volessimo riconosciuta da un matrimonio) e la cosa che ci viene chiesta più spesso è quando decideremo di avere figli. Dal punto di vista professionale mi viene da menzionare una battuta sentita due sere fa nell’ultimo film di Sorrentino: la scrittrice “di apparato” con 11 romanzi pubblicati di dubbio valore fa la predica a tutti, e afferma che a Roma c’è davvero una forma di collettivismo marxista, ché a nessuno, se non per pochissimo, è permesso uscire da un’anonima mediocrità. Ecco, anche se nel film forse si vuole far ridere, è per questo che siamo partiti. Per non esser risucchiati da un senso di paciosa mediocrità imperante. Sarebbe stato bello se ci fosse stato un mercato del lavoro che quasi non mi avesse permesso di partire (odio resocontare i miei titoli accademici, ma 2 lauree, un paio di master, un dottorato e un artist diploma varranno pure qualcosa, no?). Vorrei pensare che l’inevitabilità del partire, che io e mio marito abbiamo potuto realizzare, non pesi come una spada di Damocle su tutti quelli che invece vogliono restare, come omosessuali, come studiosi e come artisti. Questa è la mia storia di Italian e, come lei sa, siamo in tanti.Se oggi (mercoledì 11) qualcuno vuole venirmi ad ascoltare a NY, ecco qui: http://www.iicnewyork.esteri.it/IIC_NewYork/webform/SchedaEvento.aspx?id=718 – Un cordiale saluto, Cordialmente,
Emanuele De Biase, egmdbc@gmail.com
Emanuele De Biase, egmdbc@gmail.com
Caro Emanuele, grazie della lettera. Complimenti, bel racconto. Ma tieni presente che la mia competenza violinistica è scarsa..! Si riduce a questo: (a) sono nato e vivo in provincia di Cremona (b) ho una cognata violinista come te, si chiama Elena Marazzi (c) ho condotto una tour nel 2004 attraverso gli USA per Friends of Fai con il Quartetto d’Archi della Scala (resoconto qui). Un po’ poco per commentare oltre..! In bocca al lupo per oggi.
Pur apprezzandolo come giornalista, vedo che di tutta la carne al fuoco della lettera ne commenta una parte marginale e per lui innocua. Bacchettone o cerchiobottista? (2 lettere pro e 2 lettere contro i diritti glbt)
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Altrove:
(°) Turismo: gli omosessuali viaggiano
e spendono il doppio della media
Tanto l'Italia sta perdendo molto appeal turistico, i commentatori omofobi si tranquillizzino: non verranno circondati. E non ne trarranno guadagno.
-09/12/13 Gloria Sestini: "Genitori gay usano figli per ottenere diritti"
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venerdì 6 dicembre 2013
mercoledì 4 dicembre 2013
Royals – Lorde
TESTO ROYALS:
lunedì 2 dicembre 2013
domenica 1 dicembre 2013
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