sabato 23 agosto 2014

dalla stampa

Ripreso il lavoro già da un po', seppure con scampoli di maggior relax. Nel mondo ne son successe di cose nel frattempo.






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 (*) Colori rainbow sulla prima di Repubblica a corredo di un articolo sulla ripresa economica della Spagna. Che c'entri anche la maggiore inclusione sociale?
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Il funerale della trans vestita da uomo dalla famiglia (*)(**)


Ipocrisia, portami via.
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Benvenuti nell'era della bisex generation:

"flexisexual"

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"Vicini al suo compagno" e il prete benedice la coppia gay

  Il gesto durante le esequie di un architetto genovese morto di infarto. Il sacerdote: "La Chiesa deve riconoscere tutti i legami affettivi"



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Lui e lui: matrimonio gay coronato a Ischia 

 

JR e Randy: “Innamorati e felici, tra gli applausi dell’isola”


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Gasparri, Adinolfi, Miriano e chi per loro? No comment!

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Quelle barzellette sui gay

Caro Severgnini, leggo del disappunto che ha generato nella comunità gay italiana la pubblicazione di un allegato alla rivista “Visto” con barzellette che hanno come bersaglio gli omosessuali. A parte il cattivo gusto,comune peraltro a molte pubblicazioni di quel tipo, che vanno a ruba anche senza questi inserti, trovo esagerata la reazione della comunità gay sui media. La satira da sempre usa stuzzicare il limite del politicamente corretto per far ridere, non capisco il motivo per cui si può prendere in giro la (presunta) inettitudine di carabinieri o la(presunta) lascività morale delle donne senza che si scateni una tempesta mediatica, ed invece quando si parla di omosessuali apriti cielo.
Sono sicuro che la maggioranza di loro reagisce a queste piccole provocazioni infischiandosene bellamente, magari confidando che la pubblica opinione che si rifiuti di acquistare queste riviste. Ma farne una questione di principio vuol dire creare una categoria di intoccabili, e non se ne capisce davvero la ragione. E non credo che questo convenga a qualcuno, ancor meno agli omosessuali che dopo anni di vera discriminazione finalmente sono parte integrante della società.
Mi piacerebbe inoltre che questa energia fosse impiegata per protestare contro i tantissimi episodi di discriminazione religiosa, per esempio, che stanno insanguinando una regione a noi assai vicina; vorrei sapere se chi si indigna per un inserto su “Visto” si indigna ugualmente per le case dei cristiani segnate sul muro, come ai tempi di Erode.

Ho letto quest’estate la quadrilogia di Giorgio Scerbanenco, con protagonista il medico/poliziotto Duca Lamberti: il prototipo del noir italiano, che piaceva anche a Buzzati (come mi ha spiegato il mio amico ed esperto Lorenzo Viganò). Notevoli soprattutto il primo e il quarto titolo: “Venere privata” e “I milanesi ammazzano al sabato” (gran titolo!). Sono gli anni Sessanta, si parla molto di mala e di prostituzione, dell’arrivo della prima criminalità organizzata in Lombardia. Si parla anche di omesessuali, ogni tanto: denominati “invertiti”, descritti come isterici, anomali, inaffidabili e macchiettistici.

Perché parto di qui? Perché queste cose succedevano meno di cinquant’anni fa – a Milano, non in un paesino della Sila. E le scriveva un bravo autore come Scerbanenco, che però era figlio del suo tempo. Da allora c’è stata una progressiva presa di coscienza e d’orgoglio, da parte degli omosessuali: e non è finita. Molti italiani – maschi e femmine – ancora nascondono la propria omosessualità, temendo per le conseguenze personali, familiari, sociali e  lavorative. 

Ecco perché questa sensibilità, che talvolta diventa suscettibilità e perfino aggressività (lo sa chi ha provato a sollevare obiezioni al matrimonio tra persone dello stesso sesso). Le donne e i carabinieri oggi se ne fregano se qualche rudere dice barzellette su di loro. Gli omosessuali non ancora. Ma presto, vedrai, sarà così.

PS Non tirare in ballo la discriminazione religiosa che non c’entra nulla. Evitiamo i “benaltrismi”, Andrea.

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Per chi pensa che l’omosessualità sia una malattia

Cari Italians, caro Beppe, a me sembra assurdo considerare l’omosessualità una malattia; però la mia è solo un’opinione, giacché non sono una scienziata, né un medico. Con certezza però posso affermare che le malattie si curano poiché recano disturbo o sofferenza a coloro che ne sono affetti, oppure alla società, o a entrambi. Quindi, dando per vero, anche se non lo credo, che l’omosessualità sia una malattia, non vedo per quale motivo colui che ne è affetto dovrebbe farsi curare, considerato che non gli reca alcun fastidio, e neppure reca danno alla società. Spesso è la società a recare fastidi o danni all’omosessuale. La persona omosessuale potrebbe ritenere la sua una meravigliosa malattia da tenersi cara per tutta la vita. Molti credenti, però, reputano gli atti di omosessualità un grave peccato. E sbagliano. Infatti, peccato, stando al Vangelo, è tutto ciò che è in contrasto col comandamento dell’amore. Per affermare che gli atti di omosessualità siano peccaminosi, è necessario dimostrare che trasgrediscano il precetto fondamentale di Gesù. Ma è cosa impossibile. Superfluo ricordare che appellarsi a qualche passo delle Scritture per sostenere che l’esercizio dell’omosessualità sia peccato, è lecito qualora l’interpretazione di quei passi sia in perfetta sintonia con la ragione e col messaggio evangelico. Ma anche questa è cosa impossibile. Conclusione: una persona è crudele, oppure sciocca e ignorante, se si permette di dire ad un omosessuale: sei malato.

Miriam Della Croce
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Organizzazioni LGBT: una violenza morale inaccettabile

Caro Beppe, prendo spunto dalla lettera di Andrea Fantoni (“Quelle barzellette sui gay” – http://bit.ly/XA4ilh), perché negli ultimi mesi ho maturato una convinzione, e cioè che sia necessario distinguere tra gli omosessuali e le associazioni LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Nulla, ma proprio nulla, da dire sui primi; la stragrande maggioranza di loro vive la propria sessualità in modo privato, esattamente come la maggioranza di eterosessuali. Non rivendicano, non fanno chiassate, non ne vedono il motivo. Poi ci sono le associazioni, che invece sono esattamente il contrario. Rivendicano chiassosamente, con violenza, arroganza e prevaricazione, accusando l’interlocutore del momento di violenza, arroganza e prevaricazione. Al punto che esprimere un’opinione diversa dalla loro è diventato inaccettabile, perché si servono dell’arma dell’intimidazione, della minaccia, dell’ostracismo e della morte civile. Si servono del pretesto di difendere una categoria, in passato fortemente svantaggiata e soggetta a censura morale, per istituire di fatto un regime di opinione, in cui il solo fatto di avere un’opinione diversa dalla loro, cioè delle associazioni LGBT, è inaccettabile. Stanno facendo pressione perché venga di fatto istituito un reato di opinione. Gli omosessuali hanno tutto il mio rispetto e la mia stima, quasi sempre scelgono di vivere in silenzio una condizione difficile. Le associazioni LGBT invece non le stimo affatto, portatrici quali sono di una violenza morale inaccettabile. Non farti scrupolo di pubblicare il mio vero indirizzo di e-mail, non ho paura di quattro esagitati che sicuramente mi copriranno di insulti. Cordialmente,

Marco Rebelato
In Silenzio una Condizione Difficile??? Comodo per chi rende "difficile" agli altri vivere! 
Viva il martire dell'email!

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Omofobia e machismo: capisco le reazioni della comunità gay


Caro Beppe “Quelle barzellette sui gay” ( http://bit.ly/XA4ilh). Sinceramente sogno una società in cui si possa ridere di tutto e di tutti: dei gay, degli ebrei, dei cristiani, degli uomini di colore, di quelli bianchi e di quelli gialli, delle donne, degli eterosessuali, degli handicappati, dei preti… Insomma, se la nostra società fosse effettivamente equa e aperta alle differenze – non uso la parola tollerante, perchè io non “tollero” chi considero uguale a me – sarei la prima a dire che non importa, che si puo’ ridere e parlare di finocchi, di froci, di terroni o di negri. Ma siamo invece una società estremamente intollerante, noi italiani ci distinguiamo per omofobia e machismo, ma ogni paese ha le sue “specialità”. E allora dico: attenzione con le parole e le prese in giro. Quando avevo 15 anni soffrivo per il mio naso, che mi sembrava enorme. Un compagno di classe mi chiamò scherzosamente Cyrano de Bergerac e e per me fu un dramma. Ora sono maturata, del mio naso rido io per prima. Questo per dire che capisco le reazioni della comunità gay. Sì, ci sono drammi ben maggiori di barzellette di cattivo gusto. Ma vogliamo fare la hit parade dei drammi mondiali, o possiamo dire che è sbagliato ed offensivo pubblicare barzellette idiote, in un paese in cui due persone dello stesso sesso che si baciano per strada creano scompiglio e suscitano battute da caserma, sempre che qualche intelligentone non abbia la bella idea di passare alle mani? Anche io un giorno riderò del Ministero per le Pari Opportunità. Ma sarà solo quando io guadagnerò come un uomo che fa il mio mestiere e gli uomini stireranno senza pensare che sia un attentato alla loro mascolinità. E anche io riderò delle battute sulle donne bionde, ma sarà quando le mie capacità varranno di più di una quinta di reggiseno e di un bel sorriso. E anche io riderò delle battute sugli italiani mafiosi (vivo in Germania e non ne posso più di battute al riguardo), ma sarà quando la mafia sarà stata sconfitta.

Silvia Bazzani,
QUI
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Arcigay si scaglia contro Expo: «Una fiera del virilismo»

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Uganda, il primo Pride dopo lo stop alla legge anti-gay (^)



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Giochi Gay: messaggio di Barack Obama per l'inaugurazione. 

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Manduria
"Sul sagrato non si parla di gay": l'anatema dei frati francescani



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Il posto del barbuto capitano di marina?
L’hanno preso due ragazzi gay


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È possibile che nel 2014 il Tg1 usi la parola "razza" per parlare di colore della pelle?


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Nate dall'amore: l'incontro di una ostetrica con una famiglia arcobaleno



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Da Frank a Kellie, manager della boxe diventa donna

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'A ridicoli!

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Apple, sullo scontrino un insulto omofobo.


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Facebook dona 10 mila dollari a favore della rielezione di un politico che lotta contro i matrimoni gay



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Prima Tinder, poi WhatsApp
Nel labirinto dell’amore social

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10 cose sul sesso da dire ai nostri figli

Manca sempre, perchè non si vuole.

 

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Eterologa, la politica che diserta(*)



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Si amano da dieci anni, ma solo ora scoprono di essere fratello e sorella

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Tumore ai testicoli, una nuova tecnica trova anche formazioni piccolissime

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Alitalia, tre miliardi bruciati per il no ad Air France: salvezza possibile già nel 2008 (*)



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Bronzi di Riace con tanga e velo da sposa


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SexFit, l'annello erotico che traccia le prestazioni sessuali



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il vino con le percoche


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Napoli 2014

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Barcellona, gli italiani nudi e la polemica sul turismo «low cost»

 



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La Spider Woman di Milo Manara che non piace agli americani: troppo sexy (^)(^^)

 

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