Da qui
----
Polemica Barilla? A me interessa il mio futuro
Gentile Severgnini,
mi chiamo Enrico, ho 19 anni e ho appena iniziato giurisprudenza a Trento – città da cui le sto scrivendo – dopo cinque anni di liceo classico.
Qui in appartamento non ho voluto portare la televisione, e i giornali li leggo distrattamente online quando ne ho tempo (e soprattutto voglia).
Sono rimasto davvero allibito dall’enorme polemica montata intorno alla Barilla in seguito alle parole del suo presidente. Non voglio entrare nel merito di tale dichiarazione, ma una cosa è chiara: si è andati oltre il ridicolo. Discutere della presunta omofobia di Guido Barilla e del boicottaggio del suo gruppo è decisamente un bell’esercizio di politicamente corretto, ma fine a se stesso.
Non vorrei sembrare arrogante, però a me non interessa. Non mi interessa sapere se sia morale o no mangiare pasta Barilla. Non mi interessa essere bollato come omofobo. Ho studiato civiltà in cui l’omosessualità era un fattore culturale: non la guardo con ipocrisia. Faccio parte di una generazione digitale che si informa, che sa quando gli si stia buttando fumo negli occhi. Sono uno di quelli che nel vedere due gay baciarsi non si sente intimorito ne’ turbato. Una tale futile e sterile polemica non è il miglior modo per spacciarci altro politicamente corretto, droga di cui si è abusato e che ha prodotto effetti devastanti, quali l’omofobia, xenofobia, intolleranza religiosa. Creare, come si sta facendo, due blocchi antitetici rispetto alla “famiglia tradizionale” è letteralmente inutile. I tempi e le persone corrono assieme: basta classificare i comportamenti in buoni-cattivi, belli-brutti.
Mi interessa sapere se in qualche modo il mio paese comincerà a scommettere su di me, sulla mia generazione. Mi piacerebbe capire se il biglietto per l’estero potrà essere A/R e non di sola andata. Spero di essermi fatto capire.
Ti sei fatto capire benissimo. Sì, la reazione a quella frase di Guido Barilla era esagerata. Ma anche le scuse dell’interessato sono sembrate eccessive, devo dire.
-----
Ancora
D’ora in poi, “genitore 1″ e “genitore 2″
Caro Severgnini, ma quanto è assurda l’idea di sostituire nelle pratiche
burocratiche i termini padre e madre con quelli di “genitore 1″ e
“genitore 2″? A me questa cosa sa di assenza di sentimenti, ma anche di
ignoranza, di pessima cultura, dà l’idea di un gelo infinito nel cuore e
nella mente di chi l’ha pensato. Ci ricordiamo di quando Papa Luciani
disse, nel suo breve pontificato, che “Dio è Padre, ma anche Madre”?
Genitore 1 e Genitore 2: mamma mia! Oh oh: ‘mamma’ si potrà dire?
___
Altrove.