lunedì 27 ottobre 2014

dalla stampa





Perché i diritti non sono un lusso in tempo di crisi

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“Io, gay, vi spiego perché sul matrimonio sono diventato conservatore”

Il nostro amore omosessuale riconosciuto dalla mia città è stata la gioia più grande

Il prefetto: «Marino annulli le nozze»-Alfano frena sulla legge alla tedesca (^)

Matrimoni trascritti a Roma: perché fanno paura?

Unioni civili: niente pregiudizi ma serve una legge

La delicata questione della trascrizione dei Sex marriage in Italia

Registro per le coppie gay a Pompei-

Alessandro Cecchi Paone: "Silvio Berlusconi mi disse che Gasparri è omofobo. Sto lavorando a una legge sui matrimoni"

 Berlusconi dice alle unioni civili alla tedesca: "Il giusto compromesso". Anche Fabrizio Cicchitto di Ncd apre

Nasce #ForzaGay?

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Il sindaco Marino e le unioni gay e lesbiche: contro etica e legge


Caro Severgnini, sono molto indignato e offeso, come cittadino italiano, per l’atteggiamento illegale e immorale assunto dal sindaco di Roma Ignazio Marino nel trascrivere nei registri di stato civile di Roma undici unioni formalizzate all’estero di lesbiche e omosessuali italiani. Il primo cittadino di Roma non si può sostituire alla legge, e quindi è bene che osservi la circolare-stop del ministro dell’Interno Alfano. Plaudo alla decisione del prefetto d Roma Pecoraro di chiedere l’annullamento dell’atto. Serva questo monito anche per altri sindaci italiani a non commettere questi errori che vanno contro ogni etica e sono in contrasto con la giurisprudenza. Io rimango sempre dell’avviso che, pur rispettando gli omosessuali, i loro desideri non possono diventare diritti. Secondo la mia mentalità provinciale, io concepisco il matrimonio solo tra uomo e donna, cioè come sacramento istituito da Gesù nel Vangelo.Franco Petraglia, petraglia.franco@libero.it QUI- 

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Sono ben altri i matrimoni che “non s’han da fare”


In una società che evolve (o involve, a seconda di tutto ciò che accade quotidianamente) ad una velocità pari a quella della luce, secondo me sono del tutto inutili – e addirittura controproducenti – i goffi tentativi di fermare in qualche modo il cammino e l’evoluzione di un’umanità naturalmente destinata a mutare nei costumi, negli atteggiamenti, nelle relazioni, nelle lingue, nei gusti. Perché tanto accanimento contro i cosiddetti “matrimoni gay” che in queste ultime settimane dilaga sulla stampa e mass media? Ma quale disagio e quale male pensate che possano procurare? Tanto rumore per avere un po’ di visibilità in più e per accaparrarsi qualche voto di una parte di bigotti, e perderne comunque di più dagli elettori che ragionano di testa propria e secondo logica? Son ben altre “le unioni” che non dovrebbero assolutamente né celebrarsi né registrarsi, a cominciare dal “matrimonio tra la politica e la corruzione”, “la gara d’appalto e la tangente”, “ il potere e l’abuso di potere”, “l’innocenza del bambino e l’orco pedofilo”, “la gracilità dello scolaretto e la violenza della maestra/o”, “la casa di riposo e l’anziano indifeso e maltrattato”, “l’ammalato e il medico/paramedico venale e senza alcuna etica e pietas cristiana”, “i Vangeli e l’ipocrisia”, “l’estate che arriva e il cane abbandonato”, “il guidatore ubriaco/drogato e la vittima innocente”, “la burocrazia che blocca lavoro e sviluppo e la conseguente tragedia (vedi il disastro in Liguria – e non solo!)”, “la violenza dell’uomo e la donna inerme”, “l’inettitudine dell’amministrazione e le necessità del cittadino”, “il nostro patrimonio artistico e culturale e l’ignavia e l’incompetenza di chi dovrebbe proteggerlo (vedi Pompei etc)“, “la pensione d’oro e il morto di fame”, “il bisogno di tanti e l’indifferenza dei più“, “ il nero della pelle e l’intolleranza del bianco“, “la Chiesa di Cristo e la chiesa degli uomini”.Raffaele Pisani, raffaelepisani41@yahoo.it QUI-

  Unioni gay e benefit per la famiglia


Cari Italians, vorrei fare alcune osservazioni di carattere economico a proposito delle unioni omosessuali. Premetto che posso capire la voglia di, diciamo così, gridare al mondo di essere una coppia senza voler per questo essere discriminati. Benissimo, concesso, che problema c’è? Il problema nasce sul lato dei benefici economici che derivano dall’unione in matrimonio. Parlo di dichiarazione dei redditi congiunte, pensioni di reversibilità, licenze matrimoniali, etc. Questi vantaggi, questo risparmio di risorse economiche della coppia, se lo accollano per definizione tutti gli altri componenti della comunità (i cittadini di uno Stato): se tu paghi meno, io pagherò di più. Ora, perchè si fa questo nei confronti di un uomo e una donna che decidono di contrarre matrimonio (che è un contratto, non dimentichiamolo)? Perchè tipicamente, se tutto andrà come deve, da questa unione nasceranno uno o più figli, altri esseri umani, che porteranno (si spera) vantaggi ulteriori e rappresentano il ricambio e la linfa vitale alla comunità. I genitori cureranno e cresceranno questi figli MANTENENDOLI FINO ALLA MAGGIORE ETA’, ed è riconoscendo questo aspetto che la società nel suo insieme agevola la coppia con una serie di benefit. Benefit che in caso di divorzio si interrompono, ma comunque i genitori sono obbligati al mantenimento dei figli. Benefit che non possono essere riconosciuti a coppie che ovviamente non possono procreare e a cui l’affido di bambini orfani dovrebbe forse passare in secondo piano rispetto a coppie eterosessuali magari affette da sterilità. Mi rendo conto che su questi punti si possano aprire mille e più distinguo ed eccezioni, ma in generale le cose stanno così. Quindi il punto è: volete un riconoscimento ufficiale della società al vostro essere una coppia di persone che si amano? Se ci tenete tanto, va bene. Ma i vantaggi economici non vi spettano: perchè mai la società, uno Stato, dovrebbe riconoscere vantaggi economici solo per il fatto di volersi bene? Alessandro Fiorili, alex_fiorili@hotmail.com QUI-

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  Unioni gay, coppie senza figli e class action


Caro Beppe e cari italians, la lettera del sig. Fiorili sulle unioni gay “Unioni gay e benefit per la famiglia” – ( http://bit.ly/1wuHBvT ), offre un punto di vista davvero originale. Se lui avesse ragione, bisognerebbe fare una class action contro tutte coppie che, pur avendo contratto un matrimonio, non hanno procreato figli: esse infatti hanno goduto di benefit , senza però ripagare la società per i vantaggi che hanno ricevuto. Mi verrebbe anche da dire che coppie che non sono in grado di procreare, a questo punto, non dovrebbero poter accedere al matrimonio a meno che non firmino come condizione vincolante che adotteranno un bambino. Se quello che ho appena scritto vi sembra assurdo è semplicemente perché, evidentemente, nell’istituto del matrimonio non è previsto, anche se auspicato, che l’unione dia luogo a prole. Ci si limita a sancire che una coppia, attualmente uomo e donna, decidono di prendersi cura l’uno dell’altra. Ecco perché la società gli concede dei benefit: perché vivere insieme è già di per se un vantaggio per la società che vivere da soli: si consuma meno suolo, si consumano meno risorse, si produce meno spazzatura etc… se poi arriveranno dei bambini, arriveranno altri benefit, specificatamente legati all’essere coppia con figli. A volerla vedere in questo modo utilitaristico, dico senza vergogna al sig. Fiorili, che personalmente mi sono stufato di pagare le tasse per distribuire benefit a persone che sminuiscono il valore della famiglia che ho formato col mio partner: un pezzo del loro consultorio per l’infanzia, della scuola dove portano i loro pargoli, della piscina pubblica dove li portano a nuotare, lo devono a me. Chiedere in cambio alla società la possibilità di assistere il mio partner se malato e potergli lasciare di che vivere se dovessi mancare, non mi sembra un attentato all’ordine pubblico. Cordiali saluti.Igor Lusardi, igorlusardi@gmail.com QUI-

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Sono gay, sposato con tre figli: perché dovrei rinunciare ai benefit per la famiglia?


Cari Italians, vorrei rispondere al post di Alessandro Fiorili “Unioni gay e benefit per la famiglia” ( http://bit.ly/1wuHBvT ). Io sono gay, sposato con tre figli. Secondo la sua rispettabile opinione, a me non dovrebbe essere concesso di pesare in alcun modo sulla società per quanto riguarda reversibilità di pensione e quant’altro. Ora io mi chiedo: PERCHE’? Ho contratto matrimonio? Si, in Canada, registrato a Roma sabato scorso. Ho figli? Si’, tre. Li manterremo fino alla maggiore età? Beh, certo, a meno che non diventino dei novelli Mr. Facebook, miliardari in tenera età. Costituisco una famiglia? Si’ certo, siamo in 5 sullo stesso stato di famiglia e nell’ultimo censimento ISTAT abbiamo compilato un unico questionario congiunto. Pago le tasse? Ovviamente si’, e tante. E allora perchè non debbo poter godere di quanto è garantito ad altri? Alessandro (permetti che ti dia del tu?), citi la capacità di avere figli come requisito per godere di tali diritti: allora due settantenni eterosessuali senza figli che si sposano tra di loro dovrebbero esserne esclusi. Ed anche tutte quelle coppie sempre eterosessuali che non possono (o non vogliono) averne dovrebbero subire lo stesso trattamento. E allora qual è la differenza? Sbaglio o sento puzza di una forte omofobia? Può essere solo perchè io e Andrea siamo due maschietti che c’impedirebbe (secondo la tua visione) di essere trattati come gli altri? Visto che, come ti ho dimostrato, questa è l’unica differenza esistente, spero tu voglia in qualche modo rivedere le tue posizioni oppure ammettere apertamente che per te il fatto di essere una coppia gay è il motivo per il quale non dovremmo essere trattati come gli altri. Ed allora perchè quando dobbiamo calcolare ad esempio l’ISEE ( (Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ndr) dobbiamo cumulare i nostri redditi e pagare di più? Dobbiamo essere penalizzati due volte? Non funziona così, caro Alessandro, da nessuna parte. E, da ultimo, lasciami dire che sarei felice, al contrario tuo, di vivere in un paese che premia le persone “solo” per il fatto di volersi bene. Buonasera. Dario De Gregorio, ddegregorio64@gmail.com QUI-

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Unioni gay e benefit: non cerchiamo privilegi, ma uguaglianza


Cari Italians e caro Beppe, leggo la lettera di A. Fiorili sui benefici economici alle coppie gay sposate (“Unioni gay e benefit per la famiglia” – http://bit.ly/1wuHBvT ) e mi arrabbio ed intristisco. Mi arrabbio perche’ si confondono i temi. Per fare bambini, non so se la mamma gliel’ha spiegato, bisogna fare l’amore, non sposarsi. I bambini nascono in numero sempre piu’ alto anche fuori dal matrimonio, e non c’entrano nulla con la reversibilita’ della pensione. La quale non e’ un regalo del signor Fiorili, ma e’ accumulata dai lavoratori. Da teoria economica la reversibilita’ e’ direttamente calcolabile all’atto dell’andata in pensione, con delle annualita’ piu’ basse. Quindi la situazione e’ facilmente aggiustabile e soprattutto per tutti, etero o gay, in maniera equa e sostenibile. I benefici che si interrompono col divorzio pur in presenza di figli sono evidentemente non collegati ai figli. Ma Fiorili si e’ trovato una giustificazione tutta sua. Soprattutto un po’ meschina, perche’ a me nega la possibilita’ di unirmi alla persona che amo per inesistenti problemi di soldi, ma i soldi delle mie tasse li vuole per se’. No taxation without rapresentation? Ma la tristezza viene dai paradossi che la gente cattiva nell’animo vuole creare per giustificare la propria omofobia: si passa dal si’ alle unioni civili ma no alle adozioni, al non potete avere un’unione civile con gli stessi diritti del matrimonio perche’ non avete figli. Noi possiamo fare figli, e potremmo creare situazioni cosi’ incasinate da far impazzire l’anagrafe e lo stato civile. Ma scegliamo di voler vivere all’interno del modello della famiglia tradizionale, perche’ ci piace e perche’ e’ uguale agli altri. Non cerchiamo privilegi, ma uguaglianza. Tristi i vari Dolce e Gabbana o Malgioglio che strillano contro il matrimonio gay, semplicemente perche’ non piace a loro; e quindi non deve averlo chi lo vuole. La prova palese dell’uguaglianza tra gay e etero: anche i gay possono essere stupidi, arroganti e omofobi come alcuni etero.Filippo Carcaci, filippo.carcaci@gmail.com QUI-


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 Matrimonio gay: porta per forza un cambiamento nella società


Caro Beppe, quando diciamo matrimonio pensiamo inconsciamente a diritti, uguaglianza, amore. Come negare tali pretese? Finora l’istituto del matrimonio era quello tra uomo e donna. Cambiare questa istituzione porta necessariamente un cambiamento nella società. Sia chiaro: sono del parere che le coppie (di qualsiasi genere) debbano avere gli stessi diritti. Alcune cose però non mi convincono. Si fa un gran parlare dell’amore; noi ci amiamo: noi ci sposiamo. Un momento! Se l’affettività è sufficiente come base del matrimonio, paradossalmente, chi potrebbe rifiutarsi di far contrarre un domani matrimonio tra stretti consanguinei (incesto) che si amano? Innegabilmente, de facto, una coppia etero e una omo sono diverse: la prima può naturalmente procreare mentre la seconda no. Se vuole procreare dovrà ricorrere a tutte quelle pratiche che conosciamo. Nel caso di una coppia omosessuale la filiazione biologica significa solo, ricorrere alla procreazione medicalmente assistita e, se del caso, la gestazione è di altra persona. Se dovesse esserci il matrimonio omosessuale, poiché la prima è praticata in Italia, le coppie di donne potranno ricorrervi con più facilità. Le coppie di uomini, in virtù di un diritto negato, ne richiederanno, giustamente, la legalizzazione. Nel frattempo, chi può, potrà praticarla in altri paesi. Si pone poi il problema giuridico del riconoscimento di questi bambini magari nati all’estero con gestione uterina in conto terzi (una variante di leasing, via). Si procederà a tali riconoscimenti creando un assurdo giuridico, cioè il fatto che una pratica illegale nel proprio paese, venga giuridicamente “regolata” a posteriori. Infine vorrei che qualcuno mi spiegasse perché chi (parlamento, opinione pubblica) si scandalizza per il pagamento del corpo femminile per brevi piaceri maschili (sfruttamento della prostituzione) come può accettare per coerenza il pagamento dello stesso corpo femminile per ben 9 mesi. Grazie per l’attenzione.Paolo Verni, p4012@arcor.de QUI-


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Unioni gay: ma chi la decide, la morale?


Caro Severgnini, sono molto indignato e offeso, come cittadino italiano post-medioevale e, più in generale, come essere umano, per la lettera scritta dal sig.Franco Petraglia “Il sindaco Marino e le unioni gay e lesbiche: contro etica e legge” ( http://bit.ly/1x83Vtf ). Sono indignato perché è una lettera immorale!!
Partendo dal presupposto che non sono qui per difendere il marketing di Marino, rispondo al sig.Franco ma anche a tutti quelli che la pensano come lui.
Ma … chi la decide la morale? Io (che non sarebbe male) o il signor Franco (meglio di no)? O magari il signor Tizio che pensa sia immorale una donna che cammina sola per strada? O magari il signor Caio che sotto sotto pensa sia immorale vedere un senegalese camminare per strada?
Le persone (mi scuso per la generalizzazione) che la pensano come Franco (spesso e giustamente timorati di Dio) si offendono se chiamati omofobi o sessisti. Diamine, perché non rispondere “non sono io omofobo sono loro gay!!”?
Magari al signor Franco sfugge la differenza tra matrimonio civile e matrimonio religioso. Probabilmente a lui sfugge anche il significato di “desiderio”, perché complice magari l’avvicinarsi del periodo usa il termine come stessimo parlando di letterina a Babbo Natale.
Questo continuo ignorare le basi mi fa veramente accapponare la pelle perché davvero parliamo delle “basi”.
Io penso che certe persone non dovrebbero parlare… è inutile negarlo lo penso davvero! Però non mi sognerei mai di dire che il signor Franco non ha diritto di parlare. Anche se fanno di tutto per farmi cambiare idea.
Mi vergogno a dirlo ma so che certe persone giudicheranno in base a questo tutto quello che ho scritto, e quindi è inutile nascondersi, è il momento di gridarlo ai quattro venti… Ebbene si’, io sono ETEROOO!!! Stefano Corsi, ste4pubb@gmail.com QUI-

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1919, IL PRIMO FILM SUI DIRITTI GAY


Vorrei segnalare il seguente link: www.linkiesta.it/primo-film-gay – È il primo film (muto) che tratta dei diritti degli omosessuali. Realizzato nel 1919, venne proibito ed eliminato dalla circolazione, l’anno successivo, dal Nazismo. Ora è stato recuperato l’estratto di un documentario, della durata circa 40′. Da non perdere; suggestivo e, soprattutto, quanto mai attuale!… Maria Concetta Ghionna, liamec.4@me.com QUI-


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Figli per gli omosessuali: è la natura a dire no    >>>> i giornalisti sono ignoranti, studiassero!

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