martedì 18 febbraio 2014

Le braccia...



L’omosessualità e la lavagna della psiche

Caro Beppe, chi pone gli atti eterosessuali e omosessuali sullo stesso piano, non riesce a spiegare il diverso impatto sulla vittima che hanno le violenze sessuali, quando sono di tipo omosessuale rispetto a quando invece sono eterosessuali. So che il tema è tabu’ ed io rischio grosso, ma oso dire che è proprio l’omosessualità a spiegare il carattere particolarmente grave e duraturo delle conseguenze psichiche per le giovani vittime di atti di omosessualità fatti loro subire dal “solito” “educatore-predatore”, in seminario, collegio, scuola, palestra… E la differenza tra l’etero e l’omosessualità spiegherebbe anche perché per molti omosessuali non basti l’essere accettati dalla famiglia, dagli amici e dalla società, per sentirsi accettati anche da se stessi. L’omosessualità, infatti, non è una semplice preferenza di partner ma investe l’identità piu’ profonda dell’essere umano. Che gli effetti duraturi e sofferti, con ferite che stentano tremendamente a rimarginarsi, siano causati – unicamente o soprattutto – dalla morale tradizionale discriminatoria e retrograda nei confronti degli atti omosessuali? In tal caso è da sperare che con l’avvento della nuova morale, grazie anche quindi al matrimonio omosessuale, si farà ben presto piazza pulita di tanti tabù e complessi, e si eliminerà il senso di colpa che affligge le vittime di atti omosessuali subiti in giovanissima età ad opera del classico “educatore-predatore”: prete, allenatore, insegnante… C’è da chiedersi se sia veramente l’intolleranza, prevalsa per tanti anni nella nostra società, la responsabile della vergogna e del senso di oltraggio provati dalle vittime di certi atti omosessuali imposti, o se non sia piuttosto il fatto che la distinzione tra atti secondo natura e atti contro natura è una distinzione che non si può cancellare facilmente dalla lavagna della psiche.

Claudio Antonelli ,

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qua

analizzato, poi, qui

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Putin, la Cecenia e il gayfriendly chic


Caro Beppe, Putin avrebbe potuto radere al suolo da gayfriendly la Cecenia, ma invece si è incaponito con le sue tesi da imprenditore padano. Non ha imparato nulla dal premio Nobel per la pace Obama. Si’ perché i talebani sono terroristi, mentre i ceceni vittime. La differenza la fa il politicamente corretto anglosassone. Putin non sarà un santo, ha delle amicizie alquanto sospette, ma è uno che fa gli interessi del suo paese. Tutta questa caciara sui giochi di Sochi, le proteste più o meno velate degli atleti occidentali, non hanno nulla a che fare con i diritti dei gay. Il fatto è che se uno non è servo dell’Occidente immediatamente viene bollato come dittatore. Pensiamo ai vari dittatori usa e getta africani, le finte primavere arabe, per non parlare della Cina! L’occidente, che in nome della flessibilità toglie sempre più diritti ai lavoratori, fa la morale alla Cina! Tutto ciò è ridicolo. La stampa anglosassone dovrebbe lavare i propri panni sporchi. Penso ai creazionisti e agli antiabortisti americani e i vari predicatori della Bible-belt. Roba da far impallidire i dibattiti italiani sui diritti dell’embrione, il crocifisso nelle scuole e il trattamento di fine vita. In sostanza, se volete il gas gratis da Putin ditelo apertamente, ma per favore risparmiateci queste buffonate. L’ambientalismo liberale, il gayfriendly chic, che toglie i diritti ai lavoratori per darlo alle balene, sono quasi peggio del peggior conservatorismo clericale.

Alessandro Buoni,

qui
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Invero c'è anche:


Questa moda e questa isterìa sui temi dell’omosessualità

Mi sembra che le discussioni, gli articoli, i simposi, le riunioni e le opinioni su gay e lesbiche abbiano varcato la soglia della tollerabilità. Con tutti i problemi esistenti sul pianeta! Mi chiedo dove porterà questa moda e questa isterìa.

Claudio Partucci ,
 
Qualche eccesso si nota: a cominciare dal suo tono, Claudio! L’attenzione spasmodica sul tema dell’omosessualità, tuttavia, è un passaggio necessario. Situazioni nascoste, spesso fonte di dolore e vergogna ingiustificata, stanno uscendo all’aperto. Se ne parla, si ragiona, si respira. E questo è un bene: mi creda.
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 anche
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