lunedì 25 maggio 2015

dalla stampa






L'Irlanda si apre al matrimonio gay. Valanga di "sì" al referendum che fa la storia.(*)(**)(***)(°)(°°)

 

Passa il referendum popolare col 62,3%

 


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L'arcivescovo di Dublino e il referendum(*)

Il segretario Cei: la Chiesa non nega i diritti, ma la famiglia non finisca in un angolo (§)

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Northern Ireland under pressure after Irish gay marriage referendum win

LGBT campaigners to step up push for equal marriage rights after Northern Ireland becomes only western European country where it is still banned  (sic!)

 Matrimonio gay, la lezione irlandese

Nozze gay: quel voto irlandese che brucia l’Italia

Nozze gay: Irlanda arcobaleno, Italia immobile

I Paesi europei che fino ad oggi non hanno previsto alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali restano nove: Italia, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Bulgaria e Romania.

Irlanda, sì ai matrimoni gay. E in Italia il Pd prende la palla al balzo: unioni civili entro l'estate. Ma Ncd... (*)(**)(***)(§)(°)(§§)

Nozze gay, se alle urne andasse l'Italia: si finirebbe con lo stesso pastrocchio della Legge40

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Il referendum irlandese sul matrimonio gay


Il referendum irlandese sul matrimonio tra omosessuali ci invita ad una riflessione radicale sul futuro del Cristianesimo in Europa. Il fatto che l’Irlanda sia probabilmente il paese europeo nelle cui tradizioni più radicato fosse il Cattolicesimo – soprattutto dopo secoli di lotta contro l’Inghilterra anglicana – e che la Chiesa cattolica sia stata prudente nella campagna referendaria, rende necessarie alcune distinzioni. In primo luogo è vero che ‘politically correct’ sembra oggi addirittura solo l’omosessualità – dopo secoli di repressione anche omicida, come nel caso di Turing in un paese colto e non cattolico come l’Inghilterra – e che l’eterosessualità appaia oggi quasi un’abitudine borghese banale, In secondo luogo occorre ricordare che l’omofobia ‘cattiva’, anche violenta, non ha mai avuto niente a che fare con i Cristiani. In terzo luogo, che quella cattolica appare un’omofobia ‘ideologica’, quasi imbarazzata per il suo essere molto poco ‘evangelica’. Che cosa la collega a quella ‘cattiva’, diffusa nel ‘popolo’, anche tra i giovani, soprattutto tra quelli più lontani dalla Chiesa? Non uno specifico insegnamento catechistico, ma il fatto che la Chiesa si è radicata per secoli nel cuore di tradizioni culturali e sociali laiche europee, mischiandosi e confondendosi con usi, luoghi comuni e ideologie popolari a lei estranee – l’Irlanda era anche il luogo in cui le ragazze ‘cattive’, rinnegate dalla famiglie, venivano rinchiuse nei conventi di St. Magdalene. Quelle tradizioni europee apparentemente legate ad una ideologia cattolica stanno franando. E forse i Protestanti se ne sono solo accorti prima dei Cattolici: il radicamento popolare del Cristianesimo in Europa è ormai solo un residuo privo di valori civili e di spirito religioso. Il Cristianesimo qui si trova a dover fare i conti direttamente coi Vangeli: “Beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli”. Forse dobbiamo anche ricordarci che ‘beato’ in inglese si può tradurre con ‘gay’.Luigi Borzacchini, luigi.borzacchini@uniba.it-QUI-

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IL DIALOGO DELLE SENTINELLE IN PIEDI


Vado a Piazza San Silvestro a Roma per le 18: ci sono le Sentinelle in Piedi per la loro giornata nazionale di protesta. Personalmente ne contesto in toto le idee, ma deve essere consentito sempre e comunque che possano manifestare. Loro come tutti. Arrivo in piazza per le 18.20, la pioggia sì è asciugata. Un centinaio di persone in file ordinate a leggere. Polizia defilata e attenta, un tizio legge il Corriere dello Sport (sarà un laico). Silenzio. Moderato circo mediatico. Qualche foto. Un gruppo di ragazzi seduti a terra davanti alle sentinelle. Leggono anche loro. Altra roba, segno opposto. Ecco i tafferugli, però. Arriva in piazza un gruppo di una ventina di ragazzi giovanissimi a sostegno del movimento Lgbt, portando bandiere e cartelli pro-scelta. Non fanno in tempo ad issarli che arriva un gruppetto di ragazzotti – chiaramente fascisti: li riconosci subito – che nulla ha a che vedere con la manifestazione e spintona, strappa i cartelli, urla “Froci maledetti”. Corrono le telecamere, la polizia interviene subito, protegge i ragazzi. Si calmano le acque e si fronteggiano le due manifestazioni: chi legge in silenzio e chi canta. I ragazzi sono colorati, festosi, divertenti e chiedono perché si voglia limitare la loro scelta di vita. Le sentinelle non rispondono. Finisce la veglia, qualche buuu. E poi, sorpresa: cominciano i capannelli di discussione fra sentinelle e contromanifestanti. Si parla. Ci si confronta. I fasci se ne sono andati. Meglio: quelli menano. Discuto anche io con chi dice che sono i comunisti che menano. Sarà, ma quelli facevano paura (il cameraman mi bisbiglia che è volato anche qualche cazzotto dalle teste vuote). Tutto sommato, un pomeriggio di democrazia. Non è difficile, in fondo.Alfredo Ferrante, alfredo.ferrante@email.it-QUI-


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Roma: "Gay al rogo", nuova scritta omofoba sul muro di una scuola all'Infernetto

Roma, tensione tra Sentinelle in piedi e attivisti Lgbt(*)

Torino:  Un bacio gay contro l'omofobia (*)

Belloli e le «calciatrici lesbiche»: macché omofobo, ho un amico gay-

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Fidanzati omosessuali scoprono di essere fratelli. Si erano conosciuti su un sito d'incontri. La rivelazione in diretta tv

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Cannes 2015, ecco chi ha vinto la palma Queer

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L'Europa e l'Italia devono fare di più per proteggere le persone intersex-

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Alessia, prostituta transessuale, dopo 19 anni lascia la strada per uno stage a Telecom: "Lotterò per riconquistare la dignità di un lavoro onesto"

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"The Red Light District", 24 ore nel quartiere a luci rosse di Amsterdam raccontate dagli scatti di Simone Carolei

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Storia de «’O surdato ‘nnammurato»

Quando cantarla in trincea poteva costare la fucilazione

 testo/traduzione

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Trastevere, subito imbrattato il murale dedicato a Pasolini


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Heroes
Il vincitore dell'ESC2015

Ricevendo la coppa dalle mani di Conchita Wurst, Zelmerlöw ha commentato: «Sono estremamente felice. Voglio ringraziare tutti voi per il voto e per il sostengono. Voglio anche dire che siamo tutti eroi, non importa chi si ama, chi siamo o ciò in cui crediamo. Siamo tutti eroi».
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Monika Linkyte e Vaidas Baumila, dalla Lituania (*) baci in Eurovisione  m/f, f/f e m/m

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